Un articolo di Gennaro Miele – Metropolis
Una tela bianca è il dove in cui le ispirazioni possono realizzarsi, dove le emozioni raggiungono rappresentazione visiva, uno spazio ch’attende un nuovo progetto. Sovente i vignaioli iniziano questa antica professione lontano dai luoghi natii, folgorati da un diverso terreno in cui affondare nuove radici. Ispirate dalla terra irpina le sorelle Imma e Tonia Tortora, originarie del salernitano ed appartenenti ad una famiglia operante nel settore vinicolo da oltre un secolo, hanno trovato il loro spazio creativo nella cantina Aminea, silente da anni, e rilevandola le hanno infuso nuova vita. Con l’entusiasmo e l’audacia che contraddistinguono uno spirito giovane, in cerca di sfide, hanno creato quella tela a mani congiunte. La ripartizione delle attività tra Imma, laureata in enologia, e Tonia, esperta amministrativa, ha permesso la realizzazione di un sistema armonico che, appunto, solo l’animo di sorelle permette di creare.
L’intento di avviare un proprio stile vinicolo si è espresso nella selezione di nuovi vigneti, nelle zone a maggior vocazione, Montemarano, Luogosano, Lapio e Tufo, lavoro che segna un nuovo indirizzo aziendale, volto alla realizzazione di vini che siano in grado di racconare territori simbolo. La longevità, soprattutto nel vini bianchi, è ilfil rouge che lega le attuali quattro etichette.
Il loro Greco di Tufo DOCG, Calore, nasce nell’annata 2019 con una veste dorato chiaro, emergono accenni di pesca, elementi aromatici di timo, lievemente agrumato con tocco di mandorla. Al gusto emerge la caratteristica freschezza accompagnata ad un elegante sapidità, abbastanza morbido, secco con finale lievemente ammandorlato.
Il nuovo viaggio crea nuovi rami in un albero genealogico che assume la forma di una vite. Un esempio di forza tutta al femminile la conduzione di Aminea che ricorda la determinazione e intensità che Fiorella Mannoia mette nel brano “Quelle che le donne non dicono”, Imma e Tonia lo fanno però attraverso il loro eno-progetto.
Buon Calice.